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Il made in Italy vince contro Nestlè. Sì alle capsule Bisio compatibili con Dolce Gusto

L’azienda alessandrina Bisio Progetti potrà continuare a produrre capsule per caffè e bevande solubili compatibili con il sistema Dolce Gusto di Nestlè perchè non violano i brevetti della multinazionale svizzera. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano.

di Laura Cavestri

Nella guerra delle “cialde”, c’è un nuovo Davide che vince conro Golia. In questo caso, si tratta di un’azienda piemontese, la Bisio Progetti, che ha vinto la causa contro la Nestlè e potrà produrre le sue capsule per caffè compatibili con il sistema Dolce Gusto, quelle della grande multinazionale svizzera. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Milano – ordinanza 4235 del 2019 – che hanno, così, chiuso una vicenda che si trascinava dal dicembre del 2016.

Al centro della contesa, le capsule della linea Dolce Gusto, un mercato che in Europa vale qualcosa come 5 miliardi di pezzi all’anno.
La Bisio Progetti – con un giro d’affari di 59 milioni di euro e circa 200 dipendenti – è un’azienda di Alessandria che fa parte del gruppo industriale Guala e che si occupa di stampaggio ad iniezione di materie plastiche in ambito farmaceutico, medicale cosmetico e alimentare. Proprio sul fronte alimentare ha sviluppato una specifica competenza nella ricerca e sviluppo, progettazione e produzione di capsule per caffè e bevande solubili.

Tre anni fa l’azienda si era rivolta al Tribunale di Milano (Sezione Specializzata in Materia di Impresa), per un’azione di accertamento negativo della contraffazione dei brevetti Nestlè. 
«In pratica – spiegano i legali della Bisio, gli avvocati Alberto Camusso e Chiara De Cesero, dello studio Jacobacci e associati di Torino – abbiamo chiesto la pronuncia di un giudice sul fatto che le capsule per caffè e bevande solubili prodotte e attualmente commercializzate da Bisio Progetti, compatibili con il sistema Dolce Gusto di Nestlé, non costituissero una contraffazione dei relativi brevetti . Uno “strumento” utile per le imprese che vogliono superare situazioni di incertezza sulla legittimità dei loro prodotti, così da poter pianificare correttamente la produzione ed evitare contestazioni future e possibili attacchi giudiziari».
La Nestlè, ovviamente, era di parere contrario e ne è nato un lungo ed acceso dibattito giudiziale. Il Tribunale, allora, ha stabilito di affidare un’ analisi tecnica a un collegio di tre consulenti nominati dal giudice.

Il 14 gennaio scorso è stata emessa la prima ordinanza (n. 66729-2016), con cui il il Tribunale ha accolto integralmente la tesi di Bisio Progetti ed accertato che le sue capsule non vìolano i brevetti Nestlé. La quale è ricorsa subito in appello. Il 12 luglio scorso, il collegio di giudici del Tribunale di Milano (Claudio Marangoni, Anna Bellesi e Pier Luigi Perrotti) ha rigettato il reclamo della multinazionale, confermando integralmente l’ordinanza cautelare del gennaio 2019 e quindi ribadendo che le capsule Bisio attualmente in commercio non violano i brevetti Nestlé, la quale è anche condannata al pagamento delle spese processuali. Decisione definitiva perché l’ordinanza di reclamo non è impugnabile.

fonte : vending news/ il sole 24 ore