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MOka Bialetti, il Brand è in crisi?

MOka Bialetti, il Brand è in crisi?
Il cambio marcia nel mondo del caffè mette in ginocchio una delle aziende storiche della MOka
Qualche strategia non andata a buon fine. Cosa sta succedendo al celebre marchio italiano di caffettiere?
Un marchio storico, leggendario, da decenni saldamente ancorato nell’immaginario collettivo degli italiani grazie al suo simpatico logo baffutto.Sono tempi tutt’altro che facili quelli che sta affrontando Bialetti: un’azienda che affonda le sue radici negli anni ’30, quando Alfonso Bialetti conquistò il mercato tricolore brevettando la sua moka, arrivata alla forma attuale nel ’98 dopo una fusione con il produttore di pentole Rondine Italia .

La graduale conversione delle case italiane al caffè in capsule, però, pare aver intaccato profondamente la leadership dell’azienda. Il tutto insieme con una serie di strategie non andate a buon fine: come raccontato da Il Gambero Rosso, la cessione di Girmi e l’apertura di negozi monomarca nei centri commerciali e nelle principali vie dello shopping delle grandi città non hanno restituito i risultati sperati, facendo registrare lo scorso anno un indebitamento finanziario di 78,2 milioni di euro.

Scaduto l’accordo sul debito, il titolo in borsa è stato dunque rivisto al ribasso. Morale: dal 2007 a oggi il Gruppo si è trovato a fronteggiare una perdita di circa l’80%, e oggi il futuro pare incerto. Il 2018, infatti, continua a evidenziare un trend negativo, con una flessione del 12,1% dei ricavi consolidati per il primo semestre e un fatturato totale che non ha superato i 67,3 milioni di euro. A questo punto, dunque, la palla passa al tribunale di Brescia, che dovrà esprimersi sull’accordo di ristrutturazione del debito presentato da Bialetti a inizio ottobre, dopo l’annuncio dell’accordo con il fondo Och-Ziff Capital pronto a investire 40 milioni di euro a fronte del 25% del capitale aziendale. Il rischio concreto è quello di veder fallire un marchio storico del made in Italy italiano. Mentre un’altra prospettiva potrebbe essere quella dell’acquisizione da parte di gruppi stranieri, come già è accaduto con Bugatti e Volkswagen o con numerosi marchi di moda.
Fonte GQ

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