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Manca la tracciabilità, la Finanza sequestra oltre 237 chili di caffè in cialde

Il titolare di una rivendita abusiva a Bonagia è stato segnalato all’assessorato delle Attività produttive per violazione alle norme comunitarie in materia di sicurezza alimentare

finanzieri del secondo nucleo operativo metropolitano del Gruppo di Palermo hanno sequestrato oltre 237 chili di caffè sprovvisti delle informazioni relative alla tracciabilità dei generi alimentari. “In particolare, le fiamme gialle – si legge in una nota – durante un controllo in un’attività commerciale di rivendita di acqua e caffè in cialde monouso hanno scoperto che il titolare, sprovvisto di partita Iva, non era in grado di esibire alcuna licenza o autorizzazione rilasciata dal Comune”.

Inoltre hanno trovato 7.100 cialde di caffè, pari a 56,800 chili, privi di tracciabilità relativa ai generi alimentari, quindi senza le indicazioni che permettono di seguire ogni fase del percorso produttivo, così come previsto dalla vigente normativa dell’Unione Europea. Durante un successivo controllo effettuato nell’impresa di torrefazione fornitrice della rivendita abusiva, sono stati individuati altri 180 chili di caffè suddivisi in 22.600 cialde prive delle informazioni necessarie per l’immissione in commercio. Il titolare della rivendita abusiva è stato segnalato all’assessorato delle Attività produttive per violazione alle norme comunitarie in materia di sicurezza alimentare per l’applicazione di una sanzione che varia da un minimo di 750 euro a un massimo 4.500 euro.

L’uomo è stato segnalato anche allo Sportello unico attività produttive del Comune per “esercizio abusivo di attività”, che prevede, oltre al sequestro amministrativo dei locali e delle attrezzature trovate al loro interno, l’irrogazione di una sanzione pecuniaria che varia da un minimo di 1.549 a un massimo di 15.493 euro; e all’Agenzia delle Entrate, per l’apertura della partita Iva. I finanzieri hanno provveduto a segnalare il titolare della torrefazione fornitrice al Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari” per violazione delle norme comunitarie in materia di tracciabilità degli alimenti, che prevede l’applicazione di una sanzione pecuniaria che varia da un minimo di mille a un massimo 8 mila euro.

fonte:palermotoday.it