“Il Bancomat anche per un caffè? Alla fine non è un grosso problema”
Inchiesta tra i negozianti di via Aquileia, esempio di resilienza nell’era dei Centri commerciali
Gli piace chiamarla “la via dell’eccezione”, perché rispetto a tutto ciò che sta accadendo nel settore del commercio, con una liberalizzazione spinta e a tratti ossessiva, loro resistono con le loro piccole botteghe, punto di riferimento sociale ancor prima che commerciale per tutto quel pezzo di città inquadrato tra via della Pace e via Oberdan. Sono i commercianti di via Aquileia, una delle strade più lunghe del semi-centro di Grosseto. Piccole botteghe di ortofrutta, panificio, florovivaismo, alimentari: anche per loro scatta l’obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica (Bancomat, Pos, App e vai dicendo) anche per piccolissimi importi. Un obbligo introdotto dallo Stato. Per chi rifiuta la moneta elettronica sono sanzioni pesanti a partire dal primo luglio. “Tenere l’apparecchio non dà alcun fastidio – dice Grazia Salvafondi, dell’ortofrutta di via Aquileia – ma onestamente non capisco bene a cosa serva, se non a far guadagnare le banche. L’unico vantaggio ce l’hanno gli istituti di credito con i quali bisogna convenzionarsi. I nostri negozi vivono con i clienti storici, per lo più anziani. Qualcuno che paga con la carta c’è, anche per importi di 20-25 euro, ma non sono molti”. “Sono stata tra i primi a mettere il Pos, 25 anni fa – dice Cinzia Tamanti, dell’omonimo panificio – All’epoca a Grosseto venivano molti turisti stranieri e loro avevano solo carte elettroniche. Mi sono dovuta adeguare. Credo che chi sta nel commercio debba sempre essere aggiornato, all’avanguardia per poter ’resistere’. Noi negozianti di via Aquileia siamo tutti amici, resistiamo alle aggressioni dei supermercati e dei Centri commerciali proprio perché offriamo un servizio diverso, che principlamente è umano”. “Sono anni che ho il Pos e non ho alcun problema ad accettare pagamenti con moneta elettronica – dice Carmine Esposito del Caffè Glamour – Ormai questo sistema di pagamento è diffuso anche da noi e onestamente non mi crea né imbarazzo, né fastidio. Neanche quando i clienti vogliono pagare con la carta un solo caffè. Tra l’altro mi sembra di aver capito che sotto a una determinata cifra non ci sono commissioni, sicché…”. E chi sta nel cuore del centro storico di Grosseto cosa ne pensa? “Penso che nel 2022 ciascuno debba essere libero di pagare qualsiasi tipo di consumazione come meglio ritiene – risponde Fabio Tenuzzo, del Vermuttino – Non hai spicci e vuoi pagare il caffè con la carta? Che problema è? Poi adesso con le app sul telefonino non c’è bisogno nemmeno di strisciare niente”.
Andrea Fabbri